Nicola, emigrante farese a Buenos Aires.
È un “asadores de las calles”.
Testa bassa sulla brace, capelli bianchi, mani possenti, chiacchiera con chiunque si avvicina al suo bidone, anche solo per un saluto, ma quando ad avvicinarsi è un suo compaesano che in dialetto gli chiede “jè bbòne ssa carne”, con gli occhi pieni di lacrime risponde “ma lu pahese mè se fà angore le Farchie?”.
L’asado de la calle, in Argentina è come il tango, una divinità.
Lo cucinano per strada con un semplice bidone di benzina tagliato a metà, una parrilla, carbone e carne.
Verso la fine dell’Ottocento molti abruzzesi emigrarono in Argentina, attirati dal progetto statale di colonizzazione agricola e invogliati dall’anticipazione delle spese di viaggio e di quelle necessarie per impiantarsi nei lotti fondiari che, in realtà, venivano subaffittati da società private di colonizzazione.
Spinti dalla povertà, in molti lasciarono il proprio paese senza mai più voltarsi indietro, ma all’abbandono della terra spesso si aggiunse il dramma di un sogno non realizzato.
Il vitigno Sangiovese probabilmente ha origini etrusche: sembra provenire dalla zona a nord del Tevere e a sud dell’Arno, da cui poi si sarebbe diffuso oltre l’Appenino, fino ad interessare le colline romagnole ed emiliane. Si presenta in due distinte tipologie: il Sangiovese grosso, corrispondente ad alcuni biotipi coltivati in Toscana tra cui il Brunello ed il Prugnolo Gentile, ed il Sangiovese piccolo, cui fanno riferimento la maggior parte delle varietà toscane, dell’Emilia Romagna e del resto d’Italia.
Il Sangiovese cambia notevolmente le sue caratteristiche espressive al variare dei climi e dell’altitudine a cui viene coltivato, è un vino molto elegante che entra negli uvaggi di alcuni dei più prestigiosi vini italiani: Chianti e Chianti Classico, Brunello di Montalcino, Vino Nobile di Montepulciano, Montefalco rosso.
Abbiamo pensato di abbinarlo in taglio con il Primitivo (minimo 20%) caratterizzato da forza, struttura e frutto. Bilanciando l’assemblaggio dei due vini si ottiene un vino caratterizzato da eleganza e finezza, ma nello stesso tempo forte e fruttato. Il primitivo, d’altra parte, sembra avere origini dalmate: è diffuso in tutto il sud d’Italia e soprattutto in Puglia, nell’area di Manduria. Il suo nome deriva dalla precoce maturazione delle uve.
Degustazione e Servizio
Alla vista si presenta di colore colore rosso rubino vivace, caratterizzato da note olfattive di prugne, carrube e ciliegie. Al palato è intenso, tannico, con un finale di frutta rossa in confettura. Si abbina in modo perfetto con salumi, primi piatti con salse al pomodoro e carni rosse. Temperatura ottimale 14-16 °C
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